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Archive for febbraio 2015

Mărţişor (1 Marzo) – festa romena della primavera

28 febbraio 2015 Commenti disabilitati

Il Mărţişor – “piccolo Marzo” o marzolino, associato al mese di martie (marzo) e al dio Marte – è una delle più rappresentative tradizioni romene e rappresenta il ritorno della primavera. Secondo i Traci, di cui facevano parte i Daci, gli attributi di marzo erano propri del dio Marsyas Silen, considerato l’inventore del flauto traverso, e il cui culto era legato alla madre terra e alla vegetazione. Le feste di primavera, dei fiori e della fecondità della natura erano consacrate a questo dio. Le origini della tradizione del Mărţişor sono narrate anche in una leggenda dacia legata a un’eclissi solare. Un giovane coraggioso si era recato a liberare il sole catturato da un drago. Dopo tre stagioni arrivò dove si trovava il drago, e combatterono. Il suo sangue colò sulla neve fresca, ed è da allora che il rosso e il bianco si intrecciano per combattere i mali dell’inverno e annunciare il ritorno alla vita della natura.

martisorUn mărţişor di oggi è una finissima spiga formata da due fili di seta intrecciati, uno bianco e l’altro rosso, ai quali viene attaccata una piccola figurina di legno o metallo (un cuore, una lettera, un fiore, uno spazzacamino, un ferro di cavallo o un quadrifoglio), che diventa un portafortuna. Esso si porta all’interno delle giacche o attaccato al polso. Di solito i mărţişor vengono offerti alle donne o ai bambini, spesso insieme a dei fiori primaverili (mughetti o violette).

Un tempo, il filo rosso bianco con un amuleto – uno scudo in oro o argento, una conchiglia – veniva legato dai genitori al polso dei piccoli, offerto dai giovanotti alle ragazze (e viceversa, in Moldavia), oppure scambiato tra ragazze con l’augurio di buona fortuna e di salute. I fili erano quasi sempre rossi e bianchi ma potevano anche essere neri e bianchi o d’oro e argento. Con il passare del tempo il piccolo scudo è stato sostituito da vari oggetti, in oro o argento, con degli amuleti dai significati più svariati, seri, sentimentali o divertenti.

Il mărţişor veniva regalato all’alba del 1° marzo e indossato per dodici giorni, a volte fino a quando fioriva il primo albero o sbocciava la prima rosa. A quel punto veniva appeso a un ramo fiorito con la speranza di vedere i fiori sbocciare tutto l’anno. A volte invece si continuava a portarlo nei capelli. In Dobrogea, veniva portato fino all’arrivo delle cicogne e quindi lanciato verso il cielo perché la fortuna fosse più “grande e alata”. Nei villaggi della Transilvania, il mărţişor rosso e bianco, di lana, era appeso alle porte, alle finestre, alle corna e ai recinti degli animali, ai secchi dei manici, per allontanare gli spiriti malefici e per invocare la vita, la sua forza rigeneratrice, attraverso il rosso, il colore della vita stessa. Nei villaggi di montagna il primo giorno di marzo era quello in cui le ragazze si lavavano con l’acqua della neve sciolta, per essere belle e bianche come la neve.

Il filo intrecciato del mărţişor, chiamato anche “la treccia dei giorni, delle settimane e dei mesi dell’anno” simboleggia dunque la coesione inseparabile degli opposti, lo scambio di forze – vitalità e purificazione – che generano gli eterni cicli della natura.

Mărţişor è il momento dell’anno in cui riconquistiamo speranza, ottimismo e fiducia. Buona primavera!

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A febbraio in “Orizzonti culturali italo-romeni”

9 febbraio 2015 Commenti disabilitati

ORIZZONTI CULTURALI ITALO-ROMENI (n. 2, febbraio 2015, anno V), mensile online bilingue; per l’edizione romena, cliccare qui.

Edizione italiana

Cioran/1. «Una verità enigmatica e mutante». Parla Giovanni Rotiroti «Cioran è colui che aiuta a scorgere nel buio delle parole un’apertura che non nasconde nulla di riducibile al sapere, e che per questo consente di entrare in dialogo con se stessi senza rimanerne sopraffatti. Quella dell’opera di Cioran è una verità enigmatica e mutante, che ama mantenersi sempre aperta nel campo della lingua e del desiderio di domandare». È quanto afferma Giovanni Rotiroti, professore all’Università Orientale di Napoli, in un’ampia intervista dedicata ad alcuni temi di fondo dell’opera di Emil Cioran, con l’apporto di originali prospettive ermeneutiche.

Cioran/2. Leggere la storia alla luce dell’utopia. Tesi di Paolo Vanini Rileggere l’opera di Cioran come una variazione filosofica sul tema dell’utopia. È quanto si propone Paolo Vanini, nella sua tesi di laurea che qui pubblichiamo. «Rispetto alla letteratura critica degli ultimi anni, che ha visto nell’utopia di Cioran una specie di corollario all’interno della tematica storica, noi – scrive Vanini – vogliamo osservare la storia alla luce dell’utopia». La tesi rilegge, sulla base di questo registro, tutta l’opera di Cioran, segnalando come questo pensatore, nonostante il pessimismo che lo caratterizza, sia capace di creare uno spazio etico, pur privo di un ideale normativo positivo.

 «Se io uccido un romeno…». Quando la giustizia italiana non funziona Lo scorso 30 gennaio il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo dello scrittore Antonio Pennacchi, premio Strega 2010, con al centro due notizie di cronaca nera e giudiziaria che hanno visto coinvolte, con opposti ruoli, due cittadine romene. La tragicità dei fatti, delle conseguenze e delle implicazioni solleva gravi interrogativi circa il sistema giudiziario italiano e il contesto in cui esso opera. Giovanni Ruggeri segnala alcuni aspetti bisognosi di urgenti interventi, primi tra tutti certezza della pena, superamento del formalismo, realizzazione di adeguati accordi internazionali tra Italia e Romania.

Romanian_Athenaeum_in_BucharestìNicolae Lascu: «Che geniali quei mastri architetti italiani in Romania…» Ci sono in Romania edifici che tutti apprezzano: l’Ateneo Romeno, il palazzo Cotroceni, il castello Peleş di Sinaia e molti altri. Pochi, però, sanno che alla bellezza di tali opere hanno dato uno speciale apporto anche alcuni mastri architetti italiani. Ce lo spiega Nicolae Lascu, architetto e grande specialista in urbanistica e patrimonio della Romania, riprendendo alcune acquisizioni del monumentale volume bilingue La via del marmo artificiale da Rima a Bucarest e in Romania tra Otto e Novecento (a cura di Enrica Ballaré, Zeisciu Centro Studi, Magenta, 2012). Intervista di Smaranda Bratu Elian.

«Atac în bibliotecă», il grande giallo di George Arion Salutato dalla critica come il primo vero romanzo poliziesco romeno, Atac în bibliotecă di George Arion è un giallo spassoso e quasi parodistico di questo genere paraletterario. Stile vivace e ironico, l’autore punta con frecciatine allusive e asprigne alla realtà sociale e al clima politico dell’epoca (dittatura di Ceaușescu), bolsaggine del relativo linguaggio inclusa, sfuggendo incredibilmente alle grinfie della censura. Pubblicato a Bucarest nel 1983, il romanzo si sta facendo ora conoscere nei Paesi di lingua inglese e francese, in attesa di trovare un editore anche in Italia. A cura di Mauro Barindi.

Silvio Guarnieri, dieci anni di vita e studi a Timişoara. Un inedito  Silvio Guarnieri (1910-1992) fu uomo di lettere, scrittore e docente universitario. Nel 1938, insofferente delle limitazioni imposte dalla censura fascista, giunse in Romania come direttore dell’Istituto italiano di cultura, sezione di Timişoara, fino al 1948. A questa singolare figura di studioso e diplomatico, Doina Condrea Derer ha dedicato un importante volume monografico, Silvio Guarnieri. Universitar în Romania și Italia (2009). Pubblichiamo, in traduzione italiana, il capitolo dedicato all’attività pubblicistica di Guarnieri in Romania, con una lettera inedita.

Ungaretti, la vergine semplicità della parola che parla «Ogni colore si espande e si adagia / negli altri colori / Per essere più solo se lo guardi». Il 24 maggio 1915 l’Italia entrava in guerra contro l’Austria e Giuseppe Ungaretti si arruolava volontario. Trincea e massacri gli impediranno per sempre le magniloquenze stilistiche proprie di una certa poesia, per ritrovare piuttosto nella semplicità del vocabolo un nucleo capace di trasmettere significati inconsueti. Ungaretti abbandona i vecchi schemi retorico-stilistici e impone i propri codici di comunicazione poetica, realizzando così un raccordo con la grande poesia europea. Analisi di Hanibal Stănciulescu.

«Nessuna patria è al di sopra». Versi di Dan Dănilă Con il titolo Nessuna patria è al di sopra, pubblichiamo in edizione bilingue una selezione di poesie di Dan Dănilă, poeta, traduttore e artista plastico, nato a Sibiu nel 1954. Dănilă è presente in numerose antologie e sulla stampa letteraria romena e internazionale con poemi propri, traduzioni dal tedesco, inglese e francese, saggi e opere di pittura e grafica. Membro dell’Unione degli Scrittori Romeni e dell’Exil PEN, dal 1990 vive in Germania. Le poesie sono estratte dalla raccolta Atlantida există (Atlantide esiste, 2011) e tradotte da Francesca Paşcalău e Laszlo Alexandru.

Maschere e abiti tradizionali, la Transilvania in mostra a Venezia L’abbigliamento tradizionale, utilizzato in Transilvania fino alla metà del XX secolo, ha ben rispecchiato le identità etniche e territoriali delle varie aree culturali di questa grande regione. All’abbigliamento si sono affiancate nel corso dei secoli anche numerose maschere tradizionali, in uso particolarmente nelle festività invernali. Fino al 18 febbraio, la Nuova Galleria dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia ospita la mostra Maschere e abiti tradizionali festivi della Transilvania.maschere di transilvania

Aperta tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, la mostra è a ingresso libero.

XX Colloquio internazionale di studi «Emil Cioran»: Sibiu, 7-9 maggio Dal 7 al 9 maggio prossimo avrà luogo a Sibiu e a Răşinari la XX edizione del Colloquio internazionale di studi «Emil Cioran», organizzato dal Dipartimento di Studi romanzi dell’Università «Lucian Blaga» di Sibiu, a continuazione della lungimirante iniziativa ideata, avviata e condotta per anni dal compianto professor Eugène van Itterbeck. Tema dell’edizione 2015 sarà la morte, ossessione che attraversa l’insieme dell’opera di Cioran e che si impone come soggetto di studio a 20 anni dalla sua scomparsa. Gli interessati a partecipare possono inviare la loro comunicazione entro il 15 marzo.