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Archive for settembre 2014

L’illusionismo di Vișniec, in scena a Torino

24 settembre 2014 Commenti disabilitati

 Nell’ambito del Festival “Il sacro attraverso l’ordinario”, XXI edizione:

Torino, San Pietro in Vincoli 28, sabato 27 settembre, ore 20,45

A pochi giorni dalla tournée in Romania, la compagnia toscana Telluris Associati presenta sulle scene torinesi, in prima nazionale, la nuova versione de “L’illusionista” di Matei Visniec, il più noto drammaturgo romeno di oggi. Lo spettacolo, diretto da Letteria Giuffrè, ha come protagonista l’attore Tazio Torrini, che incarna scenicamente i vari “ruoli” che emergono dai testi di Visniec, lungo un filo conduttore in cui s’intrecciano, fino alla fusione, il sarcasmo e la poesia onirica che contraddistinguono la scrittura drammatica dell’autore romeno.

 

Dopo “Uomo spazzatura Show”, “L’illusionista” è il secondo episodio  – tratto dal “Il teatro decomposto o l’uomo pattumiera” – che la compagnia dedica all’opera del drammaturgo  Matei Vișniec. Un testo che rappresenta una sfida: concepito non per essere rappresentato, ma come una lunga serie di monologhi-esercizio per le accademie di teatro, contagiati dal suo fascino sempre in bilico tra il ridicolo e l’incubo.

Sinossi

Il comunismo ha perso, non è riuscito a distruggere il mondo. Per fortuna c’è riuscito il consumismo.

L’uomo-pattumiera è l’emblema di una società che non identifica più l’umano nelle sue qualità naturali ma in quanto materiale di consumo, soggetto ideale per torture psicologiche e fisiche umilianti da parte di regimi di ieri e di oggi.

Alla deriva in un mondo da ricomporre e senza una propria identità, l’uomo oscilla tra momenti di riflessività e l’allucinata esibizione di rituali svuotati di senso. Il teatro innovativo di Visniec fa emergere dalla sua polifonia modulare motivi surrealisti che instaurano dialoghi con alcuni procedimenti delle avanguardie artistiche del Novecento.

Oltre alle modalità espressive, che conducono a riflettere sulla condizione del teatro stesso, la decomposizione/la disgregazione coinvolge la vita stessa, l’uomo, il suo corpo e le proprie difese, private e sociali. “Il teatro decomposto” è l’immagine riflessa dell’uomo disumanizzato.

Lo spettacolo è articolato in quadri-episodi per un attore, alle prese con un pubblico reale e irreale nello stesso tempo, in un mondo abitato da strani animali. L’illusionista ci introduce ai nostri moderni mostri: il super atleta, il consulente in lavaggio cervelli, il prestigiatore metafora di un’umanità sempre meno padrona e consapevole delle forze che sta maneggiando.

Siamo scimmie nella stanza dei bottoni. E se scappa di mano il bottone sbagliato? In uno scenario degno della penna di Bradbury forse l’ultima voce umana proverrà da una radio che ha perso il suo padrone. Quale evento l’ha vaporizzato?

Matei Vișniec  è un drammaturgo, poeta e giornalista rumeno naturalizzato francese.

Dal 1977 al 1987 scrive numerosi testi teatrali, che circolano diffusamente nell’ambiente letterario romeno, ma di cui è vietata la messa in scena dalla censura. Nel 1987 si trasferisce in Francia dove chiede asilo politico. Qui comincia a scrivere in francese, lingua in cui sono scritti i suoi testi più noti, e lavora come giornalista per Radio France Internationale.Pressoché sconosciute in Italia, causa la colpevole chiusura dei nostri teatri alla drammaturgia moderna e internazionale, le pièces di Vișniec sono state tradotte e messe in scena in oltre venti paesi. In Italia, i testi del “Teatro decomposto” sono stati pubblicati nel volume La storia del comunismo raccontata ai malati di mente e altri testi teatrali (Editoria&Spettacolo, Spoleto, 2012).

Crediti

“L’illusionista” tratto da “Il teatro decomposto” di Matei Vișniec, con Tazio Torrini, regia Letteria Giuffrè, produzione Telluris Associati in collaborazione con Festival teatROmania_emersioni sceniche, Teatro comunale di Capannoli (PI) e FIRI. Foto di scena Carla Pampaluna.

Il programma generale del Festival è consultabile sul sito della manifestazione, organizzata dalla Compagnia Mutamento Zona Castalia: http://www.mutamento.org/isao-festival/file/programma_isao_2014.pdf.

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A settembre in “Orizzonti culturali italo-romeni”

11 settembre 2014 Commenti disabilitati

ORIZZONTI CULTURALI ITALO-ROMENI (n. 9, settembre, anno IV), mensile online bilingue; per l’edizione romena, cliccare qui.

???????????????????????????????????????????? «Sentinella, a che punto è la notte?». Gli 80 anni di Dieter Schlesak Il 7 agosto scorso, Dieter Schlesak [foto sinistra] ]ha compiuto 80 anni. Insieme agli auguri della nostra redazione, pubblichiamo un articolo di Vivetta Valacca, amica e collaboratrice dello scrittore. «Il suo destino – osserva la Valacca – è di essere testimone: prezioso, per quanti vogliono sapere, e scomodo, per quanti vogliono mistificare, di un secolo che ha attraversato regimi totalitari, conflitti e revisioni storiche. Non è semplicemente un testimone, bensì una sentinella per le nostre coscienze: la sua testimonianza, come la sua vita, è contrassegnata da una profonda eticità».

Cioran terapeutico: ermeneutica psicologica del pensiero negativo Uno strumento pratico di una terapia spirituale basata sul cosiddetto pensiero negativo: ecco la sostanza del libro di Horia Pătraşcu Terapia prin Cioran. Forţa gândirii negative (Ed. Trei, Bucarest 2014). Cioran ha elaborato un sistema di pensiero coerente, una psicologia dei sentimenti spirituali, metafisici dell’uomo, catalogati con massima sottigliezza analitica. La sua filosofia, secondo Pătraşcu, è in grado di suggerire una vera e propria terapia psicologica e spirituale, dove l’assunzione del negativo è cardine imprescindibile. Recensione di Amelia Bulboacă.

«I gigli della prima liceo»: Gabriel Liiceanu e l’amore a prima vista L’amore a prima vista: cinque storie e autori d’eccezione, Gabriel Liiceanu, Adriana Bittel, Ana Blandiana, Nicolae Manolescu e Ioana Pârvulescu, in Povești de dragoste la prima vedere (Humanitas, 2008). Pubblichiamo il racconto che apre la raccolta, incentrato sugli amori liceali. È quello che accade ai protagonisti: Liiceanu, invaghito di una compagna di classe dai capelli d’oro, la convince che sublime suggello per il loro amore incompreso debba essere un talamo di gigli il cui mortifero afrore li condurrà avvinti verso l’eterna passione. A cura di Mauro Barindi.

 L’eredità armena di Eminescu secondo Arşavir Acterian Pubblichiamo la traduzione di Despre originea lui Mihail Eminescu (1935) di Arşavir Acterian, testo ripubblicato dalle edizioni Ararat nel volume Eminescu văzut de armeni (2000). L’autore, romeno di nascita ma di origine armena, pensava che la famiglia di Eminescu fosse imparentata con un mercante venuto dal paese caucasico, ed emigrato successivamente in Europa orientale. Il saggio è un commento ad alcuni passaggi della biografia Viaţa lui Mihai Eminescu (Vita di Mihai Eminescu), scritta nel 1932 dal critico letterario George Călinescu. A cura di Francesco Testa.

 Camil Petrescu, l’innovatore del romanzo romeno camil petrescuNel 2014 ricorrono 120 anni dalla nascita di Camil Petrescu [foto destra], romanziere, drammaturgo e poeta, membro dell’Accademia Romena. Per i suoi romanzi di analisi psicologica, è considerato «l’innovatore del romanzo romeno». Petrescu è stato proposto in Italia già nel 1956 nella traduzione di Anna Colombo, nell’Antologia della narrativa romena curata da Giuseppe Petronio, senza che i suoi romanzi venissero poi editi in volume. Pubblichiamo un frammento del romanzo introspettivo Il letto di Procuste (1933), nell’auspicio che venga integralmente tradotto e fatto conoscere al pubblico italiano.

Urmuz e il compito (im)possibile della traduzione L’opera di Urmuz ha esercitato una notevole influenza, per molti versi paradossale, su intere generazioni di scrittori che vanno dal padre del Dadaismo, Tristan Tzara, alle avanguardie e al surrealismo romeni, da Eugène Ionesco a Paul Celan e Gherasim Luca, da Nichita Stănescu fino ai poeti postmoderni e testualisti come Mircea Cărtărescu. Analizzando la natura del «romanzo familiare» che si gioca nelle Pagine bizzarre di Urmuz, Giovanni Rotiroti ci propone una riflessione sul transfert e sulla traduzione nel contesto dell’espropriazione dal nome proprio nella scrittura.

«Sono ancora proprietà di Dio». Versi di Victoria Milescu «Sono ancora / proprietà di Dio / Dove correre? / Sono lo scriba terrorizzato dalle parole / Mi hai inviato perché sto in silenzio / mordendo la terra. / Dove correre quando a correre è la terra stessa? / Atterriti siamo da un’unica parola, / presto si farà sentire, / sarà tuono o brezza. / La dirai tu, la sussurrerò io. / Sono ancora la prediletta di Dio, / dove e perché correre…». Pubblichiamo una selezione di versi di Victoria Milescu, poetessa e traduttrice di lingua inglese, membro dell’Unione degli Scrittori della Romania. Traduzione italiana a cura di Alexandru Calciu.

Il Cenacolo di Leonardo da Vinci, una curiosa storia d’archivio Secondo la ricerca 2014 dell’Istituto Europa Asia, il simbolo italiano più noto al mondo è Leonardo da Vinci: «Sulla sua straordinaria figura – afferma Achille Colombo Clerici, presidente IEA – dovrà essere imperniato il rilancio dell’immagine dell’Italia, specie nella prossima “vetrina” mondiale dell’Expo». Il Cenacolo è forse anche l’opera più conosciuta dell’intera storia dell’arte. Ivana Novani, responsabile Biblioteca-Archivi della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Milano, presenta una curiosa storia d’archivio riguardante questo capolavoro.

orizzonti culturali 9_2014