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Posta elettronica certificata – solo per italiani. Brunetta promette modifiche
(red. FIRI) Problemi e anomalie della “PEC Brunetta”: Ma anche una discriminazione (forse) involontaria, per quanto esplicita: “Tutti i Cittadini italiani maggiorenni, anche se residenti all’estero, e tutte le Pubbliche Amministrazioni centrali e locali possono richiedere l’attivazione di una Casella PostaCertificat@, e dei Servizi Base gratuiti ad essa collegati” (cfr. sito ufficiale del Progetto Posta Certificat@). Qui sotto, un articolo in cui si denuncia la discriminazione del servizio:
Posta elettronica certificata “impedita” ai non italiani. Brunetta promette modifiche.
La lettera di un cittadino albanese da sempre residente in Italia solleva la questione e provoca l’immediata risposta del Ministro, che prende atto della situazione e promette impegno per le modifiche della legge.
Per ciò che concerne l’uso della Pec (Posta elettronica certificata) è emerso un problema. Essa, infatti, è a disposizione dei soli cittadini italiani, mentre tutti gli altri devono fare la fila alla posta. A sollevare la questione è il parlamentare Pd Andrea Sarubbi, sollecitato dall’amico Ismael Ademi, albanese di nascita, “aretino di seconda generazione”, che ha girato al parlamentare una mail da far arrivare al ministro Renato Brunetta. Un Brunetta che lo stesso Sarubbi ha tuttavia coinvolto personalmente, tant’è che il Ministro sembra aver subito mostrato il suo interesse per la questione.
Ma andiamo per ordine.
Nella lettera al Ministro, Ismael evidenziava il problema: “Caro ministro Brunetta, da un po’ di tempo mi chiedevo quando sarebbe arrivato anche in Italia il momento di poter dialogare in modo proficuo con l’amministrazione pubblica in via telematica. Finalmente, dopo anni di attesa, ho saputo che a partire dal 26 aprile 2010 il Governo italiano ha reso possibile per il cittadino il servizio di posta elettronica certificata (…). Sono nato in Albania e cresciuto in Italia; ho studiato qui, parlo, scrivo e capisco la lingua italiana molto bene. Sono sempre stato d’accordo con quelli che mi dicevano che per potermi integrare dovevo imparare bene la lingua del Paese che mi ospita. Mi sono spinto oltre e, da buon aspirante cittadino, ho studiato molto anche le varie culture che compongono l’Italia. In questi anni ho regolarmente pagato le tasse, sperando che un giorno anche io potessi dare la mia opinione, attraverso il voto libero, su chi poi queste tasse le dovrebbe gestire. Insomma, ho fatto tutto il percorso che penso anche lei possa condividere”.
Però… Sì, c’è un però. Precisa infatti Ismael: “Stranamente, tutto ciò non è bastato a farmi rientrare tra quelli che possono usufruire di tutti i servizi che questo Stato offre. Il 26 mi sono collegato a internet, perché, anche se immigrato, ne usufruisco molto, per potermi munire anche io del mezzo di comunicazione del ventunesimo secolo tra pubblica amministrazione e cittadino; dimenticando che ancora non sono cittadino. La procedura mi impediva la registrazione, facendomi notare un errore di tipo generico, dal quale non evincevo il motivo. Allora ho chiamato il numero verde e subito non ho potuto comunicare, in quanto diceva: ‘digitare 1 se è cittadino, digitare 2 se è una Pubblica amministrazione’. Dichiarando virtualmente il falso, ho digitato 1 e la voce del telefono mi ha spiegato che il servizio è riservato solamente ai cittadini italiani maggiorenni. Ma una persona che è nata e cresciuta in Italia, che ha studiato qui, che frequenta magari gli oratori cattolici del proprio Paese, che fa volontariato, lavora e paga le tasse, continuerete a discriminarlo a norma di legge all’infinito? Ma i 5 milioni di immigrati che lavorano, pagano le tasse, fanno impresa e contribuiscono all’irrobustimento del PIL che il suo Governo deve gestire, non li prendete proprio in considerazione? Ma come può parlare allora di meritocrazia, integrazione e rispetto delle regole, quando il Governo discrimina in prima persona?”.
“Spero che questa sia stato un errore tecnico – conclude – e che possa essere possibile anche per uno come me, che vorrebbe essere cittadino, ma grazie a normative al limite dell’assurdo non lo può fare, che almeno si possa usufruire dei soliti servizi dei nostri concittadini autoctoni di stirpe italica”.
Fin qui la lettera. A cui lo stesso Brunetta ha così risposto via mail: “Caro signor Ademi, ho letto con interesse la sua lettera e condivido le sue considerazioni. Penso sia giusto che i processi di innovazione e di modernizzazione della Pubblica Amministrazione debbano andare a beneficio di tutti coloro che vivono e lavorano nel nostro Paese, indipendentemente dalla loro cittadinanza. Oggi l’estensione del servizio Postacertificat@ a chi, straniero, risiede in Italia è impedita dalle previsioni di legge. È tuttavia mia intenzione modificare quanto prima questa situazione. Fin dai prossimi giorni presenterò al Parlamento una modifica normativa che dia la possibilità di usufruire del servizio a tutti coloro che, lavorando onestamente, contribuiscono alla crescita del nostro Paese. Inoltre, in attesa che cambino le norme, mi impegno fin d’ora ad individuare le soluzioni tecniche che siano in grado, già dai prossimi giorni, di consentire il rilascio del servizio ai residenti che non sono cittadini italiani”.
(Fonte: Redattore sociale, via Immigrazione Oggi).
Altri articoli correlati sui problemi del servizio PEC-Brunetta:
Ancora bagarre sulla posta elettronica certificata (30 aprile 2010).
Rompicapo PEC: la posta certificata di Brunetta non è tutta gratis (3 maggio 2010).
Cremona: “Tradizione monastica in terra romena”
Cremona, 23 aprile, ore 17.30: “Tradizione monastica in terra romena: spiritualità cultura identità”
- Monastero Sambata de Sus (Romania centrale)
Il Segretariato Attività Ecumeniche (SAE) della Diocesi di Cremona, diretto da Maria Bergamasco, in collaborazione con la Fondazione della Banca Popolare di Cremona promuove per il pomeriggio di venerdì 23 aprile un incontro sul tema “Tradizione monastica in terra romena: spiritualità cultura identità” proposto da Adalberto Mainardi della Comunità monastica di Bose. L’appuntamento è per le ore 17.30 presso la sala Puerari del Museo Civico di Cremona, in Via Ugolani Dati 4.
L’iniziativa è nata dal desiderio di favorire la conoscenza della cultura della Romania, dato che le due comunità romene (cattolica e ortodossa) presenti in città sono numericamente consistenti e costituiscono di fatto una componente non irrilevante del tessuto sociale cremonese. Il SAE ha scelto di proporre la ricca tradizione monastica, elemento di riferimento identitario di primaria importanza nella realtà di quel Paese.
Per garantire un approccio organico al tema l’argomento sarà sviluppato coniugando l’intervento del qualificato relatore con l’uso di strumenti comunicativi multimediali e con una significativa documentazione fotografica.
Qui accanto, la copertina del libro di Ioanichie Balan, “Volti e parole dei padri del deserto romeno”, pubblicato presso la casa editrice Qiqajon, del monastero di Bose, specializzata in pubblicazioni di patristica, ecumenismo e spiritualità biblica.
Geo Vasile, a maggio in Italia
Breve intervista allo studioso romeno (premio FIRI 2008, premiato a Venezia nel 2009) a partire dalla letteratura romena di oggi.
Lei si appresta a tornare in Italia, per la terza volta in tre anni, per un programma denso di incontri: Firenze, Torino, Venezia. Ce li può brevemente descrivere?
Sì, mi appresto a tornare in Italia, questa volta a spese mie, con i miei risparmi da pensionato, dato che nessun ente culturale italiano, privato o statale si è degnato di invitarmi. Ho scritto decine di e-mail alle varie Università e cattedre di lingua romena delle rispettive città italiane, proponendomi; nessuna risposta, solo cortesi rifiuti perfino anche dal mio professore torinese Marco Cugno, invocanti la crisi, i tagli operati nel campo specifico ecc. La mia impressione – che gli universitari costituiscano una casta inespugnabile – è stata confermata anche questa volta. Se non sei universitario, non esisti!
Conosciamo benissimo il caso. E poi, com’è andata a finire col programma di maggio?
Il programma di maggio è denso, anche perché non sono più certo se la salute precaria mi permetterà di ripetere il viaggio. A Firenze, dove sarò per la prima volta, farò una conferenza sul grande poeta cristiano Mario Luzi, conoscitore della poesia di Eminescu anche grazie alla mia traduzione, corredata da alcune poesie postume. Mi daranno una mano l’Associazione culturale fiorentina “Testimonianze” con in testa il gentile direttore Severino Saccardi, e in collaborazione con i responsabili della rivista Semicerchio. Da Torino, come dicevo, nessuna risposta positiva, dall’assessore comunale alla cultura alle associazioni culturali italo-romene. Pensavo di presentare un mio punto di vista sulla parabola biografica e poetica di Cesare Pavese, l’argomento, come sa, della mia tesi di laurea nei lontani anni sessanta. Aspetto ancora una risposta. Il nostro Consolato a Torino misconosce ogni attività culturale, specialmente dei romeni. A Venezia però, presenterò la propria versione rumena del romanzo Stabat Mater (premi Supermondello e Strega 2009) di Tiziano Scarpa, in presenza dell’autore. Tutto sarà organizzato e ospitato presso l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica, diretto dalla gentilissima dott.ssa Monica Joiţa.
Dopo Confluenze letterarie italo-romene, uscito l’anno scorso in Italia, quest’anno ha dato alle stampe un nuovo volume pubblicato a Iaşi, Profili letterari italo-romeni, più ampio rispetto al precedente. Qual è il filo conduttore dei due volumi e qual è, invece, la peculiarità di ciascuno?
Ciò che riunisce i due volumi, il primo uscito presso le Edizioni del Poggio, l’altro a Iaşi, grazie all’Editore-poeta e saggista, dottor Daniel Corbu, è il tentativo di offrire un insolito compendio di storia letteraria, che per le inclite personalità italiane e romene incluse nei due volumi, ma anche per gli originali punti di vista dovuti alle interferenze comparatiste e per le versioni nelle due lingue. Questo, sperando che possa svegliare l’interesse tanto del pubblico appassionato dai rapporti culturali italo-romeni, quanto degli studenti e degli specialisti dei due paesi, studiosi delle due culture. Per le differenze tra i due volumi, direi che Confluenze letterarie accorda più spazio alla poesia, mentre Profili completa la visione complessiva con importanti prosatori italiani (Claudio Magris, Niccolò Ammaniti, Rita Monaldi e Francesco Sorti) e romeni (Mircea Cărtărescu, Dan Stanca). Di Monaldi e Sorti ho tradotto, dopo Imprimatur, il secondo volume di una immensa trilogia, Secretum, di oltre 700 pagine.
A proposito di traduzioni: spesso, la fortuna letteraria di un autore dipende dalla fortuna delle sue opere tradotte.
È vero. Come avremmo potuto conoscere in Europa i grandi romanzieri giapponesi, da Kawabata a Murakami, in assenza delle loro opere tradotte?
Infatti. Per tornare agli gli scrittori romeni contemporanei, ultimamente sono sempre più tradotti in Italia. E così, iniziano ad essere conosciuti e apprezzati dal pubblico italiano, meno familiarizzato con le letterature della “nuova Europa”. Quali sono i suoi consigli di lettura e quali autori, secondo lei, sono stati invece ingiustamente ignorati dai programmi di traduzione e promozione in Italia?
Stimo moltissimo il travaglio dei traduttori, che in Romania è pagato quanto quello di un netturbino. Consigli di lettura non mi permetterei di darne, perché le mie preferenze sono governate dall’azzardo e dalle scarse possibilità materiali di procurarmi certi libri. Ciononostante, a mio parere, dovranno essere tradotti in italiano prima di tutto prosatori romeni di oggi come Florin Slapac, Radu Aldulescu, Dan Stanca, Alexandru Ecovoiu, Gabriel Chifu, Victoria Comnea, nonché i più giovani, come Marius Chivu, Filip Florian – almeno loro due sono in parte tradotti –, Claudia Golea, Dan Sociu, Cecilia Ştefănescu.
Articoli FIRI correlati: Nulla dies sine linea. A colloquio con Geo Vasile, Il Comune di Venezia premia Geo Vasile.
Venezia: congresso internazionale sulla tradizione biblica romena
L’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, in collaborazione col Centro di Studi Biblico-Filologici “Monumenta linguae Dacoromanorum” dell’Università di Iaşi organizza giovedì, 22 aprile e venerdì, 23 aprile il congresso internazionale La tradizione biblica romena in contesto europeo.
L’evento, finanziato dall’ICR (Bucarest) col sostegno logistico dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia, fa parte delle manifestazioni con cui l’Istituto Romeno di Venezia celebra l’80-esimo anniversario dalla sua fondazione su iniziativa del noto storico romeno Nicolae Iorga.

La "Bibbia di Bucarest" (1688)
Partendo dal fatto che, sul piano internazionale, la tradizione biblica romena è ancora poco nota e valorizzata (spazio molto ristretto negli studi biblici, storici e nelle grandi enciclopedie di specialità), e dalla conseguente esigenza di stimolare l’interesse per lo studio della tradizione biblica romena, il congresso si propone di evidenziare aspetti significativi e poco noti di questo campo di ricerca. Nell’ambito delle quattro sezioni (“Cenni storici della traduzione del testo sacro in lingua romena”, “Problemi di traduzione. Confronto delle principali edizioni tra loro e con gli originali”, “La tradizione biblica romena. Preoccupazioni attuali” e “Il luogo della tradizione biblica romena nello spazio europeo”) sono affrontati aspetti relativi alla storia della traduzione del testo sacro nella cultura romena rispetto al contesto, ma anche problemi specifici, testuali, riguardanti la traduzione della Bibbia in romeno.
Il congresso riunisce specialisti nel campo della filologia, storia e teologia biblica, molti dei quali impegnati in ampi progetti editoriali e di esegesi biblica: Eugen Munteanu (Università „Alexandru Ioan Cuza” di Iaşi, direttore dell’Istituto di Filologia “A. Philippide” dell’Accademia Romena di Iaşi), Cesare Alzati (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano), Maria Gorea (Collège de France, Paris), Ivan Dimitrov (Università „St. Kliment Ochridski”, Sofia), Dan Râpă-Buicliu (Museo Distrettuale di Storia di Galaţi), Mihail Neamţu (Istituto di Investigazione dei Crimini del Comunismo e della Memoria dell’Esilio Romeno), Wim François (Katholieke Universiteit, Lovanio), Pr. Ştefan Iloaie (Università “Babeş-Bolyai”, Cluj), Pr. Şerban Tarciziu (Istituto Cattolico Universitario „Santa Teresa” Bucarest), Ştefan Colceriu (New Europe College, Bucarest), Ana-Maria Gînsac (IRCRU Venezia, Università „Alexandru Ioan Cuza”, Iaşi), Andreea Ştefan (Accademia di Romania in Roma).
Infine, il congresso è un’ottima occasione per la presentazione degli ampi progetti sia dell’edizione dei testi antichi romeni della Bibbia (il progetto “Monumenta linguae Dacoromanorum” – edizione critica della Bibbia del 1688 e dei manoscritti paralleli 45 e 4389), sia delle nuove traduzioni in romeno (il progetto NEC – la prima traduzione scientifica della Septuaginta in Romania).
“La luce delle pietre”, viaggio tra poesia e fotografia
“La luce delle pietre” – un viaggio tra poesia e fotografia di Dinu Flamând e Savina Tarsitano
UPDATE 18 aprile 2010 – riprogrammazione evento a causa del blocco dei voli in Europa. L’evento si svolgerà lunedì 26 (anzi che 19) aprile, alle ore 19,00
Accademia di Romania, P.zza Josè de San Martin 1, Roma
- foto di ©Savina Tarsitano
“La luce delle Pietre” è un progetto del poeta romeno Dinu Flămând e dell’artista italiana Savina Tarsitano, un viaggio poetico e fotografico attraverso le culture europee.
L’evento desidera presentare al pubblico le due recenti antologie poetiche di Dinu Flămând: Umbre şi Faleze (”Ombre e falesie”) pubblicato presso la casa editrice Brumar di Timişoara (2010) e illustrata con le ombre di Savina Tarsitano, e La luce delle pietre, pubblicato presso la casa editrice Palomar di Bari (2009), con traduzioni di Giovanni Magliocco e fotografie di Savina Tarsitano.
L’evento sarà inaugurato alla presenza dei due artisti, dell’Ambasciatore Karl-Erik Norrman, Segretario generale del Parlamento Culturale Europeo, prof. Pasquale Pesce, Direttore dello Sviluppo e Pianificazione – Europa della Fndazione Bogliasco, prof. Giovanni Magliocco dell’Univeristà di Bari e Carlo Gallerati, gallerista.
Dinu Flamând è poeta, saggista e giornalista romeno. Ottimo traduttore di letteratura francese, spagnola, italiana e portoghese in romeno, vive in Francia ed è redattore presso la Radio France Internationale di Parigi.
Savina Tarsitano: artista italiana, pittrice e fotografa. Vive tra l’Italia e la Germania. Attualmente è artista in residence presso il Castello di Coswig in Germania. Le ombre, le isole e i castelli sono i suoi temi artistici prediletti.
La mostra di fotografie è visitabile fino al 6 maggio. Orario: Lu- Ve, ore 10 – 16, previa prenotazione telefonica al tel. 06-3201594 o all’e-mail: accadromania@tin.it
Evento realizzato in collaborazione con la Galleria Gallerati (Roma), col patrocinato della Fondazione Bogliasco.
“Cari amici dell’Accademia di Romania, l’evento Le luci delle pietre è rinviato per cause di forza maggiore che impediscono ai nostri invitati di raggiungere Roma da Amsterdam e Parigi per il 19 aprile. Vi comunicheremo la nuova data appena i cieli europei “si riapriranno”- come ha detto il poeta Dinu Flamand.
Ci scusiamo per il disagio e intanto teniamo aperto l’invito.
Buona domenica a tutti,
Gabriella Molcsan – Acc. di Romania”
Galileo 400. Mostra all’Accademia di Romania
Sabato, 17 aprile 2010, ore 12
Chiostro dell’Accademia di Romania in Roma
Sotto l’alto patrocinio dell’Ambasciata di Romania in Italia, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), Italia, l’Istituto Nazionale di Fisica e Ingegneria Nucleare “Horia Hulubei” (IFIN-HH), Romania e l’Accademia di Romania in Roma
invitano all’apertura della mostra
Galileo 400 – quattro secoli dalle prime osservazioni del cielo con uno strumento ottico, pubblicate nel Sidereus Nuncius (Venezia, 1610)
posters, sperimento ottico, proiezioni
Introduce: Prof. Dr. Gheorghe Stratan, IFIN-HH
La mostra resterà aperta tutti i giorni dal 19 al 24 aprile, nell’orario 10–17.
Visite guidate su prenotazione.
Pseudo-giornalismo: il “perché” del romeno sciolto nell’acido
“Sciolto nell’acido romeno… però rubava… la vergogna dei media italiani”. L’On. Melis e le associazioni italo-romene protestano contro il modo in cui i media [per es. Ansa 10 aprile] hanno trattato il caso dell’operaio romeno Mişu Ivan, ucciso tre anni fa dal titolare dell’azienda per la quale lavorava.
Roma, 11 aprile 2010
“Si resta francamente sconcertati nel leggere come i media italiani trattano i fatti di cronaca quando vi sono implicati degli stranieri, specificamente dei romeni” – è la denuncia del deputato PD, Guido Melis, presidente del Gruppo Interparlamentare di Amicizia “Italia-Romania” congiunto con un gruppo di associazioni italo-romene ed il Partito dei Romeni in Italia.
“Prendiamo la terribile notizia di queste ultime ore: a Frosinone, grazie a una esemplare indagine dei carabinieri, si scopre che ben prima del delitto Reggiani un italiano ha ucciso un romeno e lo ha sciolto nell’acido. Ci aspetteremmo unanime esecrazione, inchieste, interviste, speciali di trasmissioni TV di approfondimento. Nulla di tutto ciò. La notizia (non la si può occultare, anche sei i tg di Mediaset ci riescono lo stesso) viene messa in pagina, ma ben mimetizzata. E qualche quotidiano (Il Giornale, Il Messaggero) ci aggiunge che il romeno aveva rubato del gasolio all’assassino italiano. Anche se non è neppure accertato. Ma se anche lo fosse, cosa cambierebbe?” – si chiedono i rappresentanti romeni e Melis all’unisono.
“Non è la prima volta che si usa questo tipo di manipolazione della notizia. E’ avvenuto anche nel caso di Andreea Sutic, la ragazza romena uccisa a colpi di pistola davanti al figlio di 4 anni, quando i media italiani hanno parlato di ricatto sessuale e invece la vittima aveva presentato innumerevoli denuncie di molestia sessuale contro il suo datore di lavoro. Siamo sempre lì: se il mostro è romeno e la vittima italiana è un conto; se accade il contrario è tutt’altra cosa. Così, notizia dopo notizia, la stampa italiana cosiddetta di informazione abitua il suo pubblico al fatto che non tutti i delitti e gli assassini sono uguali. Dipende dalla cittadinanza. Il sonno della ragion genera mostri che già abbiamo conosciuto e che si ripresentano anche sotto forma di un’informazione indegna di un Paese civile. Ci saremo aspettati almeno un briciolo di rispetto per le vittime” – conclude la nota.
On. Guido Melis – Presidente del Gruppo Interparlamentare “Italia-Romania, Avv. Giancarlo Germani (Pres. Partito Identità Romena), Alina Harja (Pres. Associazione “Amici della Romania”), Horia Corneliu Cicortas (Pres. Presidente Forum degli Intellettuali Romeni in Italia), Monica Mitrica (Vice-Pres. Associazione “Voce dei Romeni”), Mihaela Giurgea (Pres. Associazione “Italia-Romania per l’Integrazione e Sviluppo”), Elena Lechea (Pres. Associazione degli Infermieri Romeni in Italia), Silviu Ciubotaru (Pres. Associazione “Noi Siamo Romeni”) Avv. Federico Zinna (Pres. Associazione “Partenope Dacia”)
Cordoglio per la tragedia polacca
Messaggio PIR-FIRI di condoglianze per il popolo polacco all’indomani del disastro aereo in Russia
Una notizia terribile ha fatto ieri mattina, 10 aprile 2010, il giro di mondo. Nel disastro aereo di Smolensk hanno perso la vita il presidente polacco e alti funzionari di Stato come il governatore della banca centrale e il capo di stato maggiore dell’esercito; in tutto, nella sciagura di ieri, che non ha visto superstiti, sono morte 97 vittime. Per una tragica fatalità della storia, la delegazione polacca si stava recando – su un aereo TU-154 di fabbricazione sovietica – a Katyń per commemorare i 22 mila ufficiali e soldati polacchi uccisi dai sovietici nel 1940.
In segno di solidarietà e vicinanza affettiva, PIR (Partito Identità Romena) e FIRI hanno inviato ieri pomeriggio un messaggio congiunto di condoglianze per il popolo polacco amico:
“Il partito Identità Romena ed il Forum degli Intellettuali Romeni d’Italia esprimono il loro cordoglio alle famiglie delle vittime del incidente aereo in cui hanno perso la vita il Presidente e le più alte cariche di stato ed istituzionali della Polonia.
Porgiamo le nostre più sentite condoglianze e solidarietà in questi momenti difficili al popolo Polacco tragicamente provato, ed alla grande ed operosa comunità amica Polacca d’Italia, di cui la nostra comunità e legata oltre alle amicizie personali, dalla comune storia di convivenza lavoro, studio ed integrazione in Italia”.